domenica 25 novembre 2007

BIDONI D'ORO (n°1) : VAMPETA

Eccolo qui!! Ve lo ricordate? Si è lui!! L'unico brasiliano con i baffi. Marcos Andrè Batista Santos, in arte Vampeta (fusione delle parole "vampiro" e "capeta" (diavolo)), non è una semplice meteora. E’ qualcosa di più: lui è il fuoriclasse delle meteore, è il principe delle comparsate calcistiche, è il desaparecido per eccellenza. Nasce a Nazarè das Farinhas, Brasile, il 13 Marzo del 1974: tira i primi calci nel Vitoria Bahia, poi a 20 anni viene notato dal PSV Eindhoven e subito acquistato. Si fa le ossa nella Serie B olandese (VVV Venlo), poi per una stagione torna in patria, al Fluminense, per ritornare successivamente alla casa madre, in quel PSV che è ormai già nelle mani del giovane Ronaldo, dove Vampeta resta due anni vincendo scudetto e supercoppa nazionale. Sembra finita qui la sua parabola europea: nel 1998 torna in Brasile, al Corinthians, dove vince in tre anni un campionato brasiliano ed un mondiale per club. Contemporaneamente il nuovo ct della nazionale verdeoro Luxemburgo decide di rifondare sulle spalle sue e dell’ex romanista Assunçao il centrocampo della squadra carioca, orfano di Dunga. E in effetti Vampeta dispensa giocate di ottimo livello: un bel connubio di quantità e qualità, che ne fanno un protagonista della Coppa America 1999. Si mettono immediatamente sulle sue tracce Roma, Fiorentina e Inter: la spuntano l’anno successivo i nerazzurri, per la “modica” cifra di 15 milioni di dollari. La squadra, quando siamo a fine Agosto, è appena stata eliminata dalla Champions League per mano dell’Helsinborgs e sta cercando di tappare le vistose falle che il mercato estivo non è stato evidentemente in grado di sanare. Ronaldo si è ricordato dei bei tempi del PSV e ha avuto un’idea: “Chiamiamo il mio amico Vampeta!”. Proposta accettata, Vampeta firma per quattro anni. Comincia la spettacolo.“VAMPETA DI ENTUSIASMO” è il gioco di parole che la Gazzetta dello Sport propone il giorno della sua presentazione, 5 Settembre 2000. In effetti il brasiliano viene caricato di responsabilità da parte di tifosi e giornalisti: a lui il compito di mettere ordine in una squadra che già comincia ad assomigliare ad un Circo Barnum. Vampeta non sa che sarà lui il primo dei clown. Dicevamo della presentazione: ad Appiano Gentile c’è un nugolo di giornalisti, c’è Gabriele Oriali che annuncia “un centrocampista moderno, che segna poco ma lavora molto”, c’è soprattutto Vampeta, che rilascia le sue prime dichiarazioni da calciatore nerazzurro: “Fisicamente sono prontissimo. Tatticamente sono duttile e anche se negli ultimi tempi ha sempre giocato da centrale non avrei problemi ad agire sulla fascia. Il campionato italiano? So che ci sono grandi pressioni sui giocatori ma credo di avere le spalle larghe”. Poi un messaggio chiaro ai tifosi: “Prometto loro di pensare positivo. Voglio vincere. sempre". Marcello Lippi, comunque, si fida: tre giorni dopo c’è da affrontare la Lazio in Supercoppa Italiana, e Vampeta è in campo da titolare. L’esordio fa ben sperare: Vampeta gioca bene e va anche in gol (complice, in verità, uno svarione clamoroso di Peruzzi), ma sono i biancocelesti ad alzare la Coppa vincendo per 4-3. Buona scelta da parte di Lippi, comunque, il quale tuttavia qualche settimana dopo sceglie anche di andar via, e cede il testimone a Marco Tardelli. Inizia qui il calvario vero e proprio di Vampeta: non gioca mai, ma proprio mai, per un paio di mesi (a parte qualche frazione di minuto disastrosa in Inter-Vitesse di Coppa Uefa). A Novembre, dopo tanta tribuna, il centrocampista si sfoga: “Nella mia carriera non ho mai vissuto momenti come questo. Sono stato eletto miglior giocatore del Brasile per due anni di seguito, sono titolare nella mia nazionale, per la gente del mio paese sono un idolo e in Italia non sanno chi sono. Se non c’è spazio per me, restituisco i soldi avuti fin ora e me ne torno a casa”. Il magnanimo Oriali da quell’orecchio fa finta di non sentirci, ma saudade del baffuto brasiliano (a proposito: a memoria vostra, quanti brasiliani con i baffi ricordate?) aumenta progressivamente. La squadra intanto va a picco: i tifosi si chiedono se quello sbarcato a Milano sia una controfigura del centrocampista ammirato in tv con la maglia del Brasile. Nell’incertezza, la dirigenza lo spedisce via in tutta fretta: a Gennaio i nerazzurri fanno salti mortali per cederlo in prestito al Paris Saint-Germain, che per sdebitarsi offre ai nerazzurri Stephane Dalmat. Esulta il popolo nerazzurro, contento di sapere Vampeta il combinaguai di nuovo a casa, dal 2002 al Corinthians (dove tutt'ora milita, ebbene si gioca ancora!!).

(articolo di Germano D'Ambrosio tratto da http://www.tuttomercatoweb.com/)

1 commento:

Effe5 ha detto...

Solamente guardando l'Inter degli ultimi si potrebbe riempire un album di figurine (di merda) di bidoni.
Un esempio: Vratislav Gresko detto anche il fantasma dell'Olimpico, colui che il 5/5/2002 ha contribuito in maniera sostanziale alla sconfitta
per 4 a 2 contro la Lazio che fece perdere lo scudetto all'Inter