venerdì 18 luglio 2008

Viaggi nello spazio: Effetto Casimir

Chiunque abbia visto la 4a serie di Lost si starà chiedendo cosa cavolo sia questo benedetto Effetto Casimir citato dal dottore nel video di orientamento della stazione Orchidea. A tal proposito vi riporto un articolo trovato su un blog che cerca di dare una spiegazione a tutto questo. Buona lettura!!

Quando abbiamo intervistato i creatori di Lost, ci hanno fatto capire che avevano in programma grandi cose – e nell’episodio su Locke in onda pochi giorni fa, “Cabin Fever”, abbiamo finalmente scoperto quale sarà l’atto finale di questa stagione: se vuole salvare l’isola, Locke dovrà spostarla.
Come farà Locke a spostare l’isola, e dove la sposterà? Michio Kaku, autore di “Physics of the Impossible”, ci ha detto che pensa che Damon Lindelof e Carlton Cuse vogliano utilizzare le proprietà uniche dell’isola – per la precisione l’elettromagnetismo e l’Effetto Casimir cui fa riferimento il video di orientamento della stazione Orchidea – per aprire un wormhole che collega diversi punti nello spazio e nel tempo (il cattivissimo Keamy sembra proprio confermarlo quando prende il “protocollo secondario” con il simbolo dell’Orchidea dalla cassaforte della nave. Dice che il documento gli dirà “dove sta andando Linus. Se Linus sa che stiamo per dare fuoco all’isola, c’è un solo posto in cui può andare”).
L’Effetto Casimir e i wormhole sono vera e propria scienza d’avanguardia, sostiene Kaku. “L’Effetto Casimir ha a che fare con l’energia del vuoto”, dice. “È energia negativa con proprietà bizzarre. I buchi neri possono aprire un portale verso un altro universo, ma si tratterebbe di un viaggio di sola andata perché sono instabili e non possono restare aperti da soli. L’energia Casimir, in teoria, potrebbe impedire al passaggio di chiudersi e creare un wormhole.” Secondo Kaku dunque, in presenza di un’energia come l’enorme elettromagnetismo di Lost potrebbe formarsi un buco nero che verrebbe tenuto aperto dall’Effetto Casimir dell’isola, creando così un portale.
Durante lo show abbiamo già visto salti nello spazio e nel tempo. Primo, l’arrivo di Ben nel deserto tunisino con indosso il parka del Dr. Halliwax strizzava l’occhio all’abilità dell’isola di trasportare le persone in diversi luoghi. Ed è strano notare come la differenza di tempo tra isola e nave stia cambiando: nell’episodio precedente era notte quando Faraday ha usato il telefono satellitare a mo’ di telegrafo per chiedere cosa fosse successo al dottore, ma era giorno quando il tizio sulla nave ha ricevuto il messaggio; Keamy gli avrebbe tagliato la gola soltanto in seguito.
Ma è realistico pensare di spostare un’isola intera attraverso il tempo e lo spazio? Secondo Kaku, sarebbe possibile in due modi: teletrasporto quantico, che teletrasporterebbe in un istante l’isola da un luogo all’altro, oppure un wormhole, che teoricamente sposterebbe l’isola in diversi luoghi nello spazio e nel tempo. Il teletrasporto quantico di fotoni e atomi esiste già, dice Kaku – il record è di 600 metri sopra il fiume Danubio – ma “per spostare l’isola ci vorrebbe una tecnologia centinaia di anni più avanzata della nostra” (e Kaku lo ritiene improbabile, visto che nello show non si è mai parlato di energia quantica, necessaria per questo tipo ti teletrasporto).
La teoria del wormhole sembrerebbe più probabile, visto quello che sappiamo della stazione Orchidea. La quantità di energia necessaria per spostare l’isola attraverso un wormhole, sostiene Kaku, è immensa – ci vorrebbero l’energia positiva di una stella e un’energia negativa avente la massa di Giove anche solo per creare un wormhole a misura di essere umano – e ci vorrebbe una tecnologia milioni di anni più avanzata della nostra per farlo. “In linea di principio, gli autori si trovano ancora all’interno delle leggi della fisica”, dice Kaku, “ma si tratta di leggi della fisica molto avanzate, ed è qualcosa di cui non ci possiamo servire nel presente.” Inoltre ci potrebbero essere delle conseguenze: “Se non si sta attenti, nel processo, la Terra potrebbe essere inghiottita”.

martedì 8 luglio 2008

Un pò di scienza: Scoperta proteina che induce le cellule staminali a produrre tessuto osseo

Ricercatori olandesi hanno scoperto che la proteina chinasi A induce le staminali mesenchimali a produrre tessuto osseo.

Un team di ricercatori dell'Istituto di Tecnologia Biomedica dell'Università di Twente (Oldanda) ha scoperto una proteina (proteina chinasi A o PKA) che induce le cellule staminali mesenchimali a produrre tessuto osseo. Le staminali mesenchimali, da cui originano ossa e muscoli, erano note già da tempo ma finora non era stato possibile sfruttarne le potenzialità. Ora intervenendo su questa proteina, i ricercatori sono riusciti ad ottenere una crescita controllata del tessuto osseo, resistente e di forma regolare. Questa scoperta potrebbe condurre allo sviluppo di tecnologie di bioingegneria in grado di produrre, a partire da staminali adulte del paziente, tessuti in grado di ricostruire ossa lesionate dall'età, da malattie o da traumi...speriamo!!

venerdì 4 luglio 2008

Spazio, sistema solare non è sferico ma leggermente schiacciato

WASHINGTON -- Il sistema solare potrebbe non avere una forma perfettamente sferica, ma leggermente schiacciata e ovale, secondo quanto si ricava dai dati inviati dalla sonda Voyager 2 che sta esplorando i confini del sistema solare esterno.
Ne hanno dato notizia alcuni scienziati, che hanno scritto della scoperta sulla rivista Nature.
Lanciate nel 1977, le due sonde Voyager 1 e Voyager 2 al momento stanno studiando le estremità dell'eliosfera, l'enorme "bolla" magnetica che avvolge il nostro sistema solare, creata dall'incontro del vento solare con il gas interstellare.
Il vento solare è una corrente di particelle cariche che dal sole si propagano nello spazio in tutte le direzioni. Il confine tra l'eliosfera e il resto dello spazio interstellare è conosciuto come "shock di terminazione".
Il Voyager 2 ha attraversato tale confine nell'agosto 2007, a 12,5 miliardi di km dal sole, mentre il Voyager 1 lo ha fatto nel dicembre 2004 almeno 1,6 miliardi di km più lontano dal sole.
Secondo gli scienziati, ciò indica che la bolla formata dall'eliosfera nello spazio interstellare, che si estendo ben oltre l'orbita di Plutone, non sia perfettamente rotonda, e il sistema solare leggermente sia ovale.
"Immaginate a una palla, praticamente sferica, che viene schiacciata contro un muro, e risulterebbe schiacciata da un lato", ha spiegato Edward Stone del California Institute of Technology, uno degli scienziati coinvolti nel progetto.
Questo - ha detto - è quello che succede con l'eliosfera